Non solo clickbait: rage-bait, il nuovo fenomeno dei social network
Se forse siamo abituati a vedere il clickbait, il rage-bait è un fenomeno ancora poco conosciuto
Probabilmente oramai il clickbait non stupisce più nessuno: si tratta di quell’abitudine per cui si usano titoli cosiddetti “acchiappa click”, utili a fare in modo che le persone clicchino sul link per avere più visualizzazioni e più visite al proprio sito. I titoli sono accattivanti, scioccanti, incompleti, così da invogliare il lettore a scoprire di più e spesso nascondono… solo fuffa: niente di quello anticipato dal titolo è vero, o verrà affrontato nell’articolo.
Ci sono diversi livelli di clickbait, dai più innocui (in fondo, tutti vogliamo che i nostri articoli vengano letti), a quelli più meschini dove, per esempio, si lascia intendere la morte di una celebrità. Ci sono moltissime pagine Facebook che usano questo sistema per assicurarsi click continui, notorietà, visualizzazioni, editori senza scrupoli dai quali sarebbe meglio stare alla larga (e, se volete capire meglio il fenomeno e cercare di sradicarlo, questo è il profilo che fa per voi!). ma questo non è l’unico fenomeno da cui stare in guardia.
Rage-bait, il nuovo fenomeno dei social network
Parliamo infatti del rage-bait, letteralmente “fare visualizzazione con la rabbia”. In che senso? Beh, sì è scoperto che le persone tendono a commentare sui social più facilmente se vengono stimolate con contenuti che le fanno arrabbiare, mentre preferiscono passare oltre ai contenuti che le rendono felici o indifferenti (e vale anche per le recensioni).
Ed ecco che nasce e si sviluppa il rage-bait: contenuti creati al solo scopo di far arrabbiare l’utente, così che commenti, faccia felice l’algoritmo e procuri maggiori visualizzazioni, aumentando i commenti e dando vita a un bel circolo virtuoso (o vizioso?).
Anche qui, ci sono diversi livelli di rage-bait, dai più innocui ai più pericolosi. Ci sono creator che fanno contenuti satirici, che però le persone non capiscono e innescano i commenti negativi; probabilmente in molti casi non lo fanno nemmeno apposta, vengono solo fraintesi, ma oramai il meccanismo è partito.
Quando le aziende se ne approfittano
Il rage-bait, il nuovo fenomeno dei social network, spesso viene cavalcato anche dalle aziende, più o meno inconsapevolmente. Il giochino è semplice, ma davvero insidioso: il creator utilizza il prodotto di una determinata azienda nel modo sbagliato, rompendolo o ottenendo risultati discutibili; è la miccia per un’esplosione a catena. Per prima cosa arriveranno i commenti indignati contro l’azienda, rea di aver messo sul mercato un prodotto tanto scarso, poi qualcuno noterà l’utilizzo scorretto, lo farà notare e altri creator creeranno contenuti dove si farà vedere come davvero si utilizza quel prodotto, quanto è buono.
Ed eccola qui, la tempesta perfetta: tutti ne parlano, tutti lo vogliono, il prodotto è diventato super virale e va sold out ovunque. Pubblicità gratuita e inconsapevole? Forse sì, ma molto spesso no. Le aziende (e i creator) sanno bene come funzionano questi fenomeni dei social network e li sanno usare senza scrupoli.
Il rage-bait, il nuovo fenomeno dei social network, può essere pericoloso
E si arriva all’ultimo step del rage-bait, quello più problematico e anche pericoloso.
Perché ci sono creator che sono disposti a tutto pur di fare visualizzazioni e ottenere sponsorizzazioni, anche utilizzare i prodotti in modo così scorretto da rischiare di farsi del male, che possono essere imitati dai più giovani, ai quali spesso mancano gli strumenti per capire cosa possa essere o meno pericoloso. O quando le aziende agiscono consapevolmente per manipolare i propri follower per vendere più prodotti, anche a chi, questi prodotti, proprio non servono.
Cosa fare? Commentare o passare oltre? La soluzione non è semplice: commentare sotto contenuti di questo genere non fa altro che alimentare l’algoritmo, ma ci sono persone che potrebbero aprire gli occhi grazie a un commento che spiega la realtà dei fatti.
Il nostro consiglio è non seguire aziende e content creator che cavalcano l’onda del rage-bait, ma preferire chi si comporta in maniera onesta e trasparente e interagire con loro anche e soprattutto con commenti positivi. Il potere di sostenere o interrompere i fenomeni dei social network è in mano agli utenti, usiamolo!
Pic credits
Screen presi da alcuni contenuti volutamente provocatori trovati nei vari social media.