
Elon Musk compra Twitter. E adesso?!?
Il Ceo di Tesla, dopo vari rumors e tentativi di scalata, cala l’asso e compra il famoso social network. Vediamo di fare chiarezza sulla situazione e lanciare qualche ipotesi sul futuro.
Il titolo parla da sé: Elon Musk compra Twitter. Una notizia bomba che è il caso di sviscerare un pochino, per comprendere al meglio una situazione parecchio complessa. Andiamo per gradi e partiamo dall’inizio.
Prima di tutto, i fatti
Il 5 aprile Musk compra il 9,2% delle azioni di Twitter, diventando così l’azionista di maggioranza e membro del Cda. Per giorni si rincorrono le notizie sul suo ingresso nel Board, che sembra non essere così scontato e non voluto dai membri.
Poi Musk lancia un sondaggio su Twitter stesso: “Volete il tasto modifica?”. I tweet infatti al momento non possono essere editati dopo la pubblicazione, e per molto tempo si è parlato di un eventuale tasto modifica. Vince il sì col 74%.
Il 14 aprile la notizia bomba: Musk annuncia pubblicamente l’offerta da 43 miliardi di dollari per l’acquisto del 100% della compagnia. La sua intenzione è di renderla privata, e minaccia di liberarsi delle sue quote in caso venisse rifiutata la sua offerta. Twitter è quotato in borsa, certi tipi di annunci fanno schizzare le azioni in senso o nell’altro, bruciando moltissimi soldi o facendoli guadagnare, è materia molto seria, e infatti c’è un’indagine in corso della Sec, l’autorità mobiliare americana.
Il 25 aprile viene definito l’accordo di acquisizione per circa 44 milioni di dollari. Fin qui tutto chiaro? Ottimo. Ora vediamo di capire chi sono i protagonisti della storia.

Chi è Elon Musk
Da Wikipedia, imprenditore sudafricano, nasce infatti a Pretoria nel 1971. Ha cittadinanza canadese ed è naturalizzato statunitense. Citiamo testualmente: “Ricopre i ruoli di CEO e CTO della compagnia aerospaziale SpaceX, CEO e product architect della casa automobilistica Tesla, cofondatore e CEO di Neuralink, proprietario di Twitter, presidente di SolarCity, fondatore di The Boring Company e cofondatore di PayPal e OpenAI. Ha inoltre proposto un sistema di trasporto superveloce conosciuto come Hyperloop, tuttora in fase di sviluppo.” Insomma, uno che non ama la vita noiosa e che non sta mai fermo. Ah, fra le altre cose pare anche essere la persona più ricca al mondo (cosa che potrebbe sembrare un dettaglio biografico superfluo, ma che non lo è affatto, ai fini delle nostre riflessioni).
Inquadrare la persona Elon Musk è forse una delle cose più difficili da fare, per non dire quasi impossibile. E non è un mero esercizio di gossip sapere che ha avuto due mogli, numerose compagne e che ha nove figli non ci cambia poi molto, nemmeno conoscere i dettagli (dichiarati da lui stesso pubblicamente) sulla sindrome di Asperger ci chiarisce chi è Elon Musk.
Politicamente non schierato, ha finanziato sia i repubblicani che i democratici americani, prendendo posizioni diverse a seconda del tema in discussione.
Chiariamo subito una cosa: elargire grosse somme di denaro ai politici in America è l’unico modo per avere voce in capitolo nel governo. E non solo perché lo dice Musk, ma perché il sistema delle lobby americano funziona così. Lui di soldi ne ha così tanti che può permettersi di finanziare chi vuole, ed essere ascoltato ai massimi vertici della politica statunitense. Non è cosa da poco, e non è nemmeno niente di strano.
È anche un convinto ambientalista, spesso molto duro nei confronti della politica scellerata dell’ex Presidente Trump.
Una cosa è certa: Musk è un sostenitore assoluto della totale libertà di parola. Totale e senza limiti. Ha recentemente fornito i suoi satelliti Starlink a supporto della resistenza ucraina, per garantire la connessione internet durante il conflitto, rifiutandosi contemporaneamente di censurare i siti di informazione e propaganda russa.
Perché vogliamo sapere chi è Elon Musk? Perché sta per avere il pieno controllo di un social network relativamente piccolo, ma potentissimo: Twitter.

Cos’è Twitter
Data e luogo di nascita: California, 2006.
Fondatore: Jack Dorsey.
Utenza stimata: 300 milioni di persone.
Numero di tweet giornalieri: 65 milioni.
Non male, non male per niente!
Cosa possiamo fare su Twitter? Postare brevi messaggi di testo, massimo 280 caratteri, i tweet, seguire altre persone e leggerne i tweet; conversare con altre persone via tweet sia pubblicamente che privatamente; da qualche anno si possono anche condividere e commentare foto e video. Tutto molto semplice, diretto e immediato.
Twitter nel corso del tempo si è inserito in una sorta di nicchia: intellettuali, letterati, persone che amano giocare con le parole: l’imposizione del numero di caratteri massimo (che all’inizio erano 140) costringe l’utente ad essere sintetico e creativo. Non solo, su Twitter si fa molta comicità, ci si scambiano battute divertenti, si fanno le live dei programmi Tv: è un caso più unico che raro di social network che stimola la visione di un vecchio media come la televisione, sono tanti i programmi rilanciati da Twitter e che vengono visti quasi esclusivamente per essere commentati via tweet, basti pensare al caso del Festival di Sanremo (e anche tanta gamification, come abbiamo visto qui ).
Ma Twitter è molto di più, ed è questo aspetto che ci interessa maggiormente.
Nel tempo è diventato una sorta di agenzia di stampa, tutti gli organi governativi del mondo hanno un profilo Twitter, tutte le ambasciate, tutti i capi di stato, tutte le organizzazioni umanitarie, tutti i nomi che contano (non solo attori e cantanti, che pure sono moltissimi). E spesso, per non dire sempre, un tweet è più veloce di un comunicato stampa, e diventa fonte di informazione. Una fonte di informazione ufficiale e diretta. Basta per capire quanto sia importante chi possiede la “baracca”?
Eh già, chi siede nello scranno più alto di Twitter ha un potere decisamente grande: può decidere chi parla e chi no, e non è cosa da poco. L’ex Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, dopo l’attacco a Capitol Hill è stato bandito da tutti i social network, Twitter compreso, e ne ha creato uno suo. C’è poi il problema non da poco delle fake news, che con lo scoppio della pandemia del 2020 è diventato qualcosa che non è più possibile ignorare.
Come si devono (o dovrebbero) comportare i social network di fronte alla propaganda e alle fake news?
E un dilemma etico enorme: i social non sono testate giornalistiche, organi di stampa pubblici, ma sono società private quotate in borsa, non hanno un codice deontologico da seguire, come i giornalisti.
Quindi in linea teorica possono dare voce a chiunque vogliano, senza che niente possa essere fatto contro di loro. Ma è giusto dare voce ad assassini, pedofili, neonazisti, negazionisti, e compagnia bella? È giusto che certe voci possano circolare libere e senza critica alcuna? Che magari possano inquinare le acque, raccontare frottole, insinuarsi nelle menti dei più fragili e meno dotati di spirito critico? Facciamo un esempio: tutti possono leggere il Mein Kampf, ma un conto è leggerlo con lo spirito dello storico, trattato come un documento da analizzare e studiare, altro leggerlo come un libro guida, e la capacità di fare una cosa o l’altra non è così scontata e dipende da moltissimi fattori.
Ma la censura è altrettanto corretta? Non si corre il rischio di elevare a idoli personaggi che meriterebbero di essere poco più che macchiette? Vietare a qualcuno di esprimersi non è una violazione di un diritto inalienabile?

Le soluzioni?
Non esistono soluzioni semplici a problemi complessi, e questo complesso lo è di certo. Elon Musk ha riabilitato il profilo dell’ex Presidente Trump, in nome di quella libertà di espressione totale che per lui è sacra. Quindi potremo aspettarci un’apertura a qualsiasi tipo di propaganda? Come si comporterà con la pornografia e la pedofilia? Quali contenuti modererà? Quando si parla di libertà di espressione totale, non si può ignorare che questa comprende argomenti problematici, e mettere dei paletti non va nella direzione annunciata da Musk.
Per questo è importante capire chi è Elon Musk, come si comporta e come la pensa, perché, fra le altre cose, era l’unico imprenditore ad essere privo di qualsivoglia media e adesso ha messo le mani su uno dei più importanti, Twitter. L’uomo più ricco del mondo possiede il social più influente e la voce ufficiale dei governi del mondo. E questa storia è ancora solo all’inizio; occhi e orecchie aperte per vedere cosa ci aspetta il futuro dunque, sperando che vi si sia chiarita un po’ la situazione.

Max Loeffler
Le illustrazioni di Max Loeffler sono avvolte in un lunatico universo parallelo surreale e spesso possono far nascere un sorrisetto cupo e un po’amaro nei confronti della monotonia e della ferocia della vita quotidiana. Il suo lavoro non fornisce risposte plausibili, ma cerca di porre domande significative.